Sin da tempi antichissimi, la rarità, la lucentezza e la lavorabilità di metalli preziosi come oro e argento hanno fatto sì che questi fossero i materiali per eccellenza utilizzati per la creazione di ornamenti e oggetti di particolare valore. Quel che pochi sanno è che l’arte orafa Italiana è il frutto di secoli e secoli di mescolamenti culturali, influenze orientali e medio-orientali. Durante il periodo del basso Impero Romano, gran parte dei popoli mediterranei contribuirono portando la propria oreficeria nel nostro paese, lasciandoci in eredità una ricca (e arricchita) tradizione. Fu solo dal IV secolo dopo Cristo che iniziò a esserci un vero e proprio scostamento stilistico. Fino a quel momento infatti, i gioielli avevano come protagonisti l’oro e eventuali pietre preziose avevano un ruolo decisamente secondario e defilato. Il nuovo stile invece ribaltò questa concezione del gioiello: perle e pietre preziose divennero l’ornamento attorno al quale filigrane e montature d’oro venivano create con estrema pazienza e maestria. In questo tipo di arte, si distinsero i Longobardi, che si mostrarono decisamente molto abili nella lavorazione dei preziosi. E’ probabilmente nell’arte orafa Longobarda che la tradizione dell’oreficeria Milanese trovò radici, tant’è che fin dal tardo Medioevo a Milano era possibile trovare vie tempestate di laboratori orafi. Ne è la dimostrazione la via Orefici, una delle vie centrali della città che tutt’oggi conserva il suo antico nome. Nei laboratori orafi di Milano presero vita alcune delle opere d’oreficeria religiosa più famose e impressionanti, come l’altare d’oro di Sant’Ambrogio o il tabernacolo di Rivolta d’Adda (che attualmente si trova al Museo Poldi Pezzoli di Milano).
Successivamente e con l’incombere della rivoluzione industriale, Milano visse un periodo economicamente prospero e con la città, anche gli artigiani orafi beneficiarono di un diffuso benessere che incentivava la commissione e l’acquisto di preziosi da parte di nuovi e vecchi ceti borghesi. L’oro era un elemento distintivo di ricchezza e benessere, vi fu quindi un incremento delle attività legate all’oreficeria e gli artigiani dovettero ingegnarsi per produrre di più e più velocemente. Si munirono di piccole presse a pedale con cui realizzavano spille e anelli in serie. Non molto più tardi, nacquero addirittura le prime due fabbriche orafe in Germania e in Italia.
Il nostro paese non ha smesso di distinguersi in quanto a produzione orafa. La qualità dei prodotti orafi italiani è prima in classifica, così come per l’esportazione, il numero di aziende sul territorio e l’abilità nel creare design sempre nuovi e all’avanguardia. Tra questi, l’Orafo di Vertova&C. si distingue per uno stile unico, che gioca con volumi e forme dinamiche e mai banali, utilizzando ancora delle tecniche tradizionali dell’arte orafa italiana. Milano, si sa, è la patria della moda e del design in Italia. Ospita tra i negozi orafi più lussuosi e innovativi e non a caso è considerata la città al centro della produzione orafa del bel paese.